di don Bruno Meneghini – È stata presentata il 9 aprile l’esortazione di Papa Francesco «Gaudete et exsultate» sulla chiamata alla santità nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità. Colpisce l’interesse del Papa nel raccomandare che ciascun credente discerna la propria strada nel quotidiano. «Ogni santo è una missione, è un progetto del Padre per riflettere e incarnare, in un momento determinato della storia, un aspetto del Vangelo»…
«Voglia il cielo, augura, che tu possa riconoscere quale è quella parola, quel messaggio di Gesù che Dio desidera dire al mondo con la tua vita». «Ci sono falsificazioni della santità: un immanentismo antropocentrico travestito da verità cattolica. Un elitarismo narcisista e autoritario dove, invece di evangelizzare, si analizzano e si classificano gli altri, e invece di facilitare l’accesso alla grazia, si consumano le energie nel controllare». «Non mi riferisco ai razionalisti nemici della fede cristiana», precisa Francesco a proposito del «fascino ingannevole», intriso di «vanitosa superficialità». «Questo può accadere dentro la Chiesa, tanto tra i laici delle parrocchie quanto tra coloro che insegnano filosofia o teologia in centri di formazione», che «assolutizzano le proprie teorie». Il nucleo del messaggio cristiano è nelle otto Beatitudini che Francesco colloca quasi al centro dell’esortazione con pagine di semplicità e grande bellezza, collegate poi al tema della misericordia e alla giustizia sociale: «Non possiamo proporci un ideale di santità che ignori l’ingiustizia di questo mondo». Il capitolo su alcune caratteristiche della santità nel mondo attuale elenca anche «gioia e senso dell’umorismo». Il capitolo sulla comunità ricorda che «la santificazione è un cammino comunitario, da fare a due a due». E, «malgrado sembri ovvio, ricorda, la santità è fatta di apertura abituale alla trascendenza, che si esprime nella preghiera e nell’adorazione». La conclusione richiama «combattimento, vigilanza e discernimento»