di don Bruno Meneghini – Il messaggio di papa Francesco, per la celebrazione il 1° gennaio della Giornata Mondiale della Pace, ha per tema: «Migranti e rifugiati uomini e donne in cerca di Pace». All’ampia analisi sull’attuale situazione e all’invito a guardare il fenomeno con lungimiranza, seguono considerazioni sui migranti e i rifugiati, «che non arrivano a mani vuote: portano un carico di coraggio, capacità, energie e aspirazioni, oltre ai tesori delle loro culture native, e in questo modo arricchiscono la vita delle nazioni che li accolgono». Tale sguardo «saprà scorgere – continua Francesco – anche la creatività, la tenacia e lo spirito di sacrificio di innumerevoli persone, famiglie e comunità che in tutte le parti del mondo aprono la porta e il cuore a migranti e rifugiati, anche dove le risorse non sono abbondanti». La «strategia» di Papa Francesco combina quattro azioni: Accogliere, bilanciando la preoccupazione per la sicurezza nazionale con la tutela dei diritti umani fondamentali; proteggere i migranti dai pericoli e dallo sfruttamento; promuovere assicurando in particolare ai piccoli l’accesso ai vari livelli d’istruzione; integrare permettendo ai rifugiati di partecipare pienamente alla vita della società che li accoglie. Il Papa auspica anche la definizione e l’approvazione da parte delle Nazioni Unite di due patti globali, uno per le migrazioni sicure, ordinate e regolari, l’altro per i rifugiati. «In quanto accordi condivisi a livello globale, questi patti dovranno rappresentare un quadro di riferimento per proposte politiche e misure pratiche». La casa comune? Non si tratta di un’utopia irrealizzabile perché molti nella storia hanno creduto a questo «sogno».
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