“E’ necessario che la Regione Lazio e le Amministrazioni comunali di Roma, Ciampino e Marino usino tutti gli strumenti a loro disposizione per spingere il Governo a prendere l’unica misura di mitigazione possibile: la riduzione immediata del numero dei voli” ha dichiarato il Portavoce del Comitato, Roberto Barcaroli “sono state proprio le Istituzioni, con Arpa Lazio, le Asl e l’Epidemiologico Regionale a confermare che a Ciampino vengono superati i limiti di legge esponendo bambini e adulti a gravi rischi per la salute.”
Da dieci anni cittadini e Amministrazioni locali combattono contro le illegalità dell’aeroporto di Ciampino e per la difesa della salute. Ma si è dovuti arrivare al 2010 quando la conferenza dei servizi ha dimostrato quello che tutti sapevano e cioè che l’aeroporto lavora al di fuori dei limiti di legge, 2.500 cittadini di Ciampino e Marino vivono in case con inquinamento fuorilegge e 15.000 sono in in aree a rischio. A tre anni dalla conclusione della Conferenza dei Servizi Aeroporti di Roma (AdR), obbligata dalla legge, ha presentato il “Piano di contenimento del Rumore”, ma il piano di AdR non prevedeva la diminuzione dei voli né del rumore né dell’inquinamento atmosferico.
I 3 Consigli Comunali di Roma, Ciampino e Marino, su sollecitazione dei cittadini, hanno respinto, con il supporto della Regione Lazio, questo piano vergognoso.
A questo punto tutto si è fermato perché il potere di ridurre i voli lo hanno solo Ministero dei Trasporti e Governo nazionale. “In questo stallo, in cui chi dovrebbe fare non fa e chi vorrebbe fare non ne ha il potere si continuano a aumentare il traffico diurno e notturno (anche ora che Ciampino, ormai divenuto aeroporto civile, dovrebbe essere per legge chiuso la notte) e i cittadini sono sommersi dalla puzza e dal rumore che rende infernale la nostra estate” ha dichiarato ancora Barcaroli.
Questo aeroporto si è ingrandito negli ultimi 12 anni senza rispettare le leggi nazionali e le leggi europee, senza presentare, prima di procedere all’espansione del traffico e della infrastruttura aeroportuale, né VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) né VAS (Valutazione Ambientale Strategica). Un comportamento che ci aspettiamo venga punito anche dall’Unione Europea.
Comunicato Stampa Comitato CRIAAC