Inaugurata stamattina dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Giancarlo Galan, la mostra “LA VIA APPIA. Laboratorio di Mondi possibili” in Via Appia Antica, a Capo di Bove, la splendida villa acquistata nel 2002 dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma per aggiungere con i suoi recenti scavi anche questo patrimonio pubblico all’area dell’antica Via Appia. L’esposizione è composta da foto storiche di illustri fotografi provenienti anche dall’archivio Cederna: immagini che ripercorrono la storia della tutela dell’Appia Antica dalla metà dell’800 all’inizio del ‘900 e gli anni tra il 1950 e il 1970 fino ai nostri giorni, un contributo anche alla storia recente della famosa strada. “Per tutta la sua lunghezza, per un chilometro e più da una parte e dall’altra la via Appia era un monumento unico da salvare religiosamente intatto, per la sua storia e per le sue leggende, per le sue rovine e per i suoi alberi, per la campagna e per il paesaggio, per la vista, la solitudine, il silenzio, per la sua luce, le sue albe e i suoi tramonti… Andava salvata religiosamente perché da secoli gli uomini di talento di tutto il mondo l’avevano amata, descritta, dipinta, cantata, trasformandola in realtà fantastica, in momento dello spirito, creando un’opera d’arte di un’opera d’arte: la Via Appia era intoccabile, come l’Acropoli di Atene”. Così citava Antonio Cederna nel suo “I Gangsters dell’Appia” pubblicato da Il Mondo nel settembre 1953. In questo arco di tempo il paesaggio dell’Appia si è radicalmente modificato, non sempre in meglio, come è illustrato. Gli autori delle foto storiche sono, tra gli altri, John Henry Parker (1806 -1884), Dora e Agnese Bulwer (1890-1930 ca.), Esther Boise Van Deman (1862-1937), James e Domenico Anderson (1813-1877), Thomas Ashby (1891-1925). Alcune foto esposte fanno parte dell’Archivio Cederna, le più recenti sono state realizzate da Stefano Castellani. Attraverso le immagini, circa ottanta, nella mostra si può ricostruire come sia stata la Antica Via attraverso le vedute di fotografi dei secoli scorsi, che rimanevano incantati dall’imponenza dei monumenti nel paesaggio sconfinato. Attraverso le fotografie e le denunce di personaggi come Antonio Cederna, il cui archivio è conservato a Capo di Bove, si osserva invece la graduale distruzione, quella che talvolta si stenta a ricostruire nella Via Appia di oggi. L’obiettivo attento di Stefano Castellani, che documenta tutto il lavoro svolto dalla Soprintendenza, cattura anche le suggestioni che i monumenti e i luoghi conservano pur ancora oggi. L’obiettivo è quello di far conoscere ai cittadini le tappe principali di questa storia che ha visto l’impegno straordinario di personaggi illustri a partire dall’inizio dell’800 (Carlo Fea, Valadier, Luigi Canina), per la “conoscenza” della via e di parte dei suoi monumenti e poi nel secolo successivo per la salvaguardia di questa splendida area, affinché non se ne perdessero i caratteri e i valori e perché non si trasformasse in una qualsiasi periferia della città. Immagini in mostra per offrire alla comunità il godimento dell’insieme storico: archeologia, paesaggio, natura, la ricchezza che questo territorio racchiude.(Prof Silvana Stazzone 333 4415176)
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Inviato da : | Data comunicazione : 24-06-2011 |
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