Cosa sarà di noi e delle abitazioni a Cava dei Selci, su un territorio soggetto alle emanazioni naturali di gas dal sottosuolo? Come mai si continua a costruire senza tregua? Non sarebbe stato meglio prima studiare il problema e poi rilasciare le concessioni edilizie? Lo hanno chiesto, fornendo contributi interessanti e costruttivi, i cittadini di Marino, soprattutto di Cava dei Selci, nel corso di un incontro organizzato dal Comune di Marino il 26 settembre scorso, presso la tensostruttura sportiva vicina al Palaghiaccio, nel quale si è parlato della pericolosità da emissioni di corpi gassosi nell’area dei Colli Albani. In sala anche altri rappresentanti dell’amminsitrazione, il settore dirigenziale e circoscrizionale comunale e il Corpo di Polizia Locale, con il comandante Alfredo Bertini. Per la Regione Lazio l’arch. Patrizia Colletta, dell’area urbanistica edilizia e lotta all’abusivismo. Indetto su invito della Protezione Civile regionale, presente con il dirigente dr.ssa Lucrezia Casto, il confronto ha posto in luce le risultanze di una ricerca condotta in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) sul territorio, oggetto di esalazioni naturali di anidride carbonica (CO2) e idrogeno solforato (H2S) e in misura minore di radon, gas potenzialmente pericolosi solo se inalati a dosi elevate e per lungo tempo. «La Regione Lazio – ha informato – con delibera di giunta 359, ha assunto maggiormente l’onere della questione dichiarando lo stato di calamità naturale per la zona di Cava dei Selci istituendo, altresì, un comitato di esperti per attivare una rete di monitoraggio del territorio nel quotidiano». La tavola rotonda ha visto relatore principale il prof. Franco Barberi, Presidente Vicario della commissione Grandi Rischi della Protezione Civile e docente presso l’Università Roma 3, insignito di numerosi riconoscimenti scientifici internazionali e autore di oltre 250 pubblicazioni in tema di vulcanologia e geotermia. «I Comuni di Ciampino, Marino e il X Municipio di Roma – ha spiegato Barberi – ricadono nel complesso vulcanico dei Colli Albani che, formatosi circa 600mila anni fa, è costituito da numerosi centri eruttivi «potenzialmente ancora attivi» ha osservato informando come nelle aree quiescenti si osservi spesso un rilascio anomalo di gas dal suolo. «Dalle misurazioni esterne ed interne effettuate – ha detto ancora – è emerso come, in alcune abitazioni, sia stata rilevata una presenza di fluidi endogeni superiore al livello di guardia che richiede un attento monitoraggio. Purtroppo – ha aggiunto – non si può escludere che in futuro si possano verificare aumenti della concentrazione di gas. A tale proposito – ha concluso – ottima la prevenzione, con l’areazione costante dei locali».
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Inviato da : | Data comunicazione : 3-10-2010 |
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