Caracci ha dichiarato “Non ci mettiamo a discutere dell’estetica e funzionalità delle opere, ma sulle procedure adottate per realizzare i lavori disputeremo eccome in Consiglio Comunale!”* Vogliamo attenerci al vecchio ma sempre attuale detto degli antichi romani “De gustibus non est disputandum” e, pertanto, non intendiamo iscriverci né al partito di chi applaude al nuovo look di Piazza San Barnaba, né a quello di chi invece lo critica aspramente. Lasciamo che siano i cittadini, nel tempo, a trarre il giudizio estetico-funzionale definitivo sull’opera. Certo però non possiamo sottacere su come il nuovo assetto limiterà fortemente l’uso della Piazza soprattutto nelle occasioni di massima affluenza, come la Sagra dell’Uva, i Concerti, le manifestazioni estive e così via. Ma è sulla procedura adottata per realizzare i lavori che è lecito, anzi doveroso, disputare. E’ stata frazionata un’unica opera di € 50.000,00 in due distinti lotti: € 38.000,00 per i lavori edili ed € 12.000,00 per l’impianto di illuminazione, con il solito risultato di poter affidare i lavori direttamente senza alcuna gara tra gli operatori del settore. Inoltre, all’atto di approvare la perizia, l’opera è stata spacciata per “manutenzione straordinaria di elementi di arredo urbano” quando è invece evidente che siamo in presenza di lavori di innovazione irreversibile dell’assetto pre-esistente della Piazza, peraltro soggetta al vincolo di tutela paesaggistico. La Giunta Palozzi, fin dal suo insediamento, procede come per Piazza San Barnaba, spezzettando il fabbisogno in tanti mini-appalti che, guarda caso, molto spesso sfiorano la soglia di € 40.000,00 anche per poche decine di Euro. E’ un modo questo che, nella stragrande maggioranza dei casi, consente l’affidamento diretto di lavori in favore di poche imprese che, di fatto, monopolizzano il mercato in spregio ai principi di trasparenza, imparzialità e libera concorrenza dettati dal Codice dei Contratti Pubblici. Non crediamo di esagerare quando affermiamo che il Programma delle Opere Pubbliche del 2007 è stato artatamente dimezzato, ha espropriato il Consiglio comunale delle sue competenze ed ha nascosto circa la metà del volume di spesa grazie all’artificio di promuovere molte opere sotto la soglia di € 100.000,00 per le quali non vi era obbligo di inserimento. Proprio per questo nel Consiglio comunale del 28 marzo p.v. saremo attenti e determinati affinché la storia non si ripeta.
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Inviato da : | Data comunicazione : 27-03-2008 |
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